Terapia familiare


Terapia familiare: affrontare situazioni di stallo e incomprensioni

Talvolta, alcune situazioni difficili che, ad una prima impressione, possono sembrare di natura squisitamente individuale, possono essere affrontate con efficacia attraverso una terapia familiare. Personalmente mi piace definire la terapia familiare come un intervento “in vivo”, nel “qui e ora” della seduta terapeutica, mentre la terapia individuale può, quindi, rappresentare un intervento “in vitro”, che ricostruisce il “là e allora” della propria storia familiare all’interno della relazione terapeutica.

Incontrarsi con i propri familiari nel contesto della terapia può permettere di affrontare situazioni di stallo, incomprensioni taciute, rancori sedimentati da anni. Frequentemente un membro della famiglia può assumere il ruolo di colei o colui che raccoglie su di sé e manifesta, attraverso un comportamento sintomatico, il dolore della famiglia e/o l’”eredità” traumatica intergenerazionale.

Il concetto di “famiglia” si è notevolmente modificato negli anni: esistono famiglie composte da partner con figli avuti in precedenti relazioni, famiglie monogenitoriali, famiglie costituite da fratelli e sorelle, nonni e nipoti, famiglie “arcobaleno”, reti amicali così intense da costituire una famiglia elettiva. La mia posizione terapeutica a questo proposito è di inclusione e di accoglimento delle differenze come risorsa. Nell’approccio terapeutico che propongo, il focus del trattamento è sulle relazioni familiari e sulla comunicazione che avviene all’interno di esse, con l’obiettivo di promuovere la consapevolezza dei propri stati emotivi, delle proprie premesse e pregiudizi reciproci, in modo da favorire la comprensione di come si contribuisce, anche inconsapevolmente, a mantenere il disagio affettivo, promuovendo la differenziazione tra le persone e il mantenimento di confini relazionali sani.